A cura di: Laura Laureati - Ludovica Trezzani
1993 - Editoriale Lavoro e Electa
Giuliano Briganti ci ha lasciato quando questo lavoro era appena agli inizi, senza potere quindi dedicarsi allo studio di quelle parti della decorazione del Quirinale che più lo interessavano e che intendeva curare personalmente.
Il nostro catalogo nasce però, almeno per le schede che si riferiscono al pontificato di Paolo V, da ricerche comuni e illuminanti scambi di idee: tra gli ultimi ricordi che abbiamo di lui sono appunto le appassionate discussioni intorno al grande tavolo della sua biblioteca sparso di fotografie della Sala Regia e dell'appartamento di Paolo V (ma anche degli affreschi della palazzina Montalto di Bagnaia e di altre imprese di Agostino Tassi), nel tentativo di individuare, al di là del silenzio dei documenti, le varie "presenze" nelle sale del palazzo. La nostra decisione di ripubblicare, come introduzione al catalogo, il saggio sugli affreschi del Quirinale scritto da Briganti nel 1962 nasce dalla constatazione, a ricerca finita, dell'attualità che quel testo ancor oggi conserva almeno nella valutazione d'insieme di problemi che, singolarmente, possono aver ricevuto, in questi anni, soluzioni diverse da quelle allora proposte.
Molti, senza dubbio, sono gli studi sul palazzo pubblicati in questi trent'anni; tra questi ricordiamo, per restare agli argomenti cari a Briganti, i contributi di Walter Vitzthum e di Erich Schleier che hanno in gran parte consentito di risolvere i problemi relativi alla Sala Regia, mentre un saggio di Mary Newcome ha individuato la presenza di Bernardo Castello in due sale dell'appartamento di Paolo V. Di fondamentale importanza è poi il regesto di documenti conservati all'Archivio di Stato di Roma, curato da Marcello Del Piazzo nell'ambito del volume sul Palazzo del Quirinale uscito nel 1974, da integrare, soprattutto per quanto riguarda l'Ottocento, dalla recente pubblicazione curata da Franco Borsi per questa collana. Lo studio più importante sul palazzo è però senza dubbio quello pubblicato nel 1989 da Marina Natoli e Maria Antonietta Scarpati con il contributo di importanti specialisti, dedicato ai lavori eseguiti nel 1812 in previsione del soggiorno di Napoleone e dell'Imperatrice: un lavoro esemplare nella ricostruzione, attraverso un vastissimo materiale in gran parte inedito, dei vari progetti di decorazione e della loro realizzazione.
Il lavoro che qui presentiamo cataloga per la prima volta tutti gli affreschi e i fregi scultorei eseguiti nel Palazzo del Quirinale tra il primo Seicento e il 1870 e ancor oggi conservati, nonché alcuni dipinti su tela appositamente eseguiti per il palazzo o comunque da considerare parte integrante della sua decorazione. La campagna fotografica diretta da Giuliano Briganti consente di illustrare qui per la prima volta la decorazione di molti ambienti minori, alcuni dei quali del tutto sconosciuti, e di documentare con nuovi particolari complessi importanti quali la Sala Regia e la Cappella Paolina di cui erano note, fino a questo momento, quasi esclusivamente riproduzioni d'insieme. L'esame diretto dei documenti conservati all'Archivio di Stato di Roma, noti fino ad oggi solo per riassunto ma non pubblicati integralmente e, in molti casi, mai posti in relazione con le opere stesse, ci ha inoltre consentito di individuare gli autori di molti affreschi minori e di precisarne la cronologia, o di confermare con l'appoggio di pagamenti attribuzioni già proposte sulla base di confronti stilistici.
Tra i risultati di questa ricerca, che si limita tuttavia ai lavori eseguiti durante il pontificato di Paolo V e quello di Urbano VIII, vorremmo ricordare l'identificazione dell'autore degli affreschi della Sala delle Virtù, riferiti fino a questo momento a Pasquale Cati, che l'esame dei documenti ha consentito di restituire a Cesare Rossetti: è stato inoltre accertato il ruolo di decoratore-imprenditore svolto da Annibale Durante, attivo nel Palazzo del Quirinale durante il pontificato borghesiano, alle cui dipendenze risulta aver lavorato Bernardo Castello per la decorazione delle Sale delle Logge e dei Bussolanti; è stata infine individuata un'altra personalità minore, quella di Annibale Corradini, autore dell'inedito fregio nel salottino di Don Chisciotte e di alcuni stemmi pontifici.
È inoltre qui illustrata per la prima volta l'intera serie di vedute delle "nuove fabbriche" di Urbano VIII eseguite, come attestano i documenti pubblicati da Alessandra Bartomioli, da Marco Tullio Montagna e Simone Lagi; agli stessi artisti, che nel corso del pontificato barberiniano sostituirono Durante e Corradini nel ruolo di decoratori dei Palazzi Apostolici, sono state qui restituite altre decorazioni minori, quali il soffitto delle Carceri e quelli delle attuali Sale delle Api e delle Dame.
Passando agli affreschi eseguiti nel Palazzo del Quirinale tra la fine del Seicento e la prima metà del XVIII secolo, ricordiamo la decorazione delle cosiddette Sale Rosse e della loggia adiacente, la cui complessa vicenda è stata risolta in maniera, crediamo, definitiva. Sono qui pubblicati per la prima volta, infine, gli affreschi commissionati da Clemente XIII per le Sale dell'Erario e dei Tribunali Ecclesiastici, che ulteriori ricerche all'Archivio Vaticano consentiranno senza dubbio di documentare con maggior esattezza. A conclusione dello studio sulla decorazione del palazzo pubblichiamo il saggio sulla Coffee-House curato da Rossella Pantanella, che con grande generosità ha accettato di pubblicare in questa sede l'ottima ricerca svolta per la sua tesi di laurea, discussa con Giuliano Briganti nel luglio 1992. La storia di quest'importante commissione di Benedetto XIV è analizzata dalla Pantanella anche attraverso numerosi documenti inediti che le hanno consentito di ricostruire, anche nei suoi aspetti minori, la decorazione di questo complesso, senza confronti nel Settecento romano. Dedichiamo questo lavoro a Giuliano Briganti; ci piace pensare che ne sarebbe stato contento.
Laura Laureati – Ludovica Trezzani